lunedì 14 dicembre 2015

Spv, ciò che Puppato non dice


In queste ore i media veneti hanno riacceso i fanali sulla Spv, dopo la notizia del dossier choc redatto dalla Corte dei conti. Un dossier impietoso che davanti alla magistratura contabile sarà discusso il 21 dicembre a Roma. Nella capitale i ministeri, la Regione Veneto, il Commissario alla Spv, gli enti locali e i comitati potranno dedurre e controdedurre. Nel frattempo si capirà se le 160 pagine vergate da Antonio Mezzera contengano rilievi meritevoli di un vaglio anche da parte della magistratura penale.

Al momento però la politica si deve interrogare sulle condizioni che hanno portato la Spv, almeno per quanto concerne l'iter burocratico, ad essere ciò che è diventata. In parlamento alcuni esponenti del Pd, come la trevigiana Laura Puppato, hanno correttamente avanzato parecchie perplessità sull'operato del commissario e della Regione. Ma Puppato dovrebbe ricordare però che il commissario alla Spv Vernizzi si è potuto spingere tanto avanti perché la sua struttura nel 2012 è stata vergognosamente salvata da un voto inciuciato e trasversale di Lega, Pdl, Fli, Udc e Pd.

In questo scenario, in una sorta di botta e risposta concettuale il senatore Enrico Cappelletti (a destra nel riquadro) aveva per primo, rispetto a Puppato, indirizzato un rovescio verso il campo avversario, quello della maggioranza, ricordando tra le altre che l'iniziativa della magistratura erariale ha preso il via, per l'appunto, grazie ad un esposto del M5S. Ma come hanno fatto rilevare proprio i Cinque Stelle durante una serata sul tema infrastrutturale organizzata ad Adria nel Rodigino, va posta nuovamente con forza, l'intera partita legata al disegno infrastrutturale del Veneto. Se i Cinquestelle ritengono di avere qualcosa di importante da dire in tal senso devono entrare a piedi uniti sulla partita in corso in tema di cda delle società partecipate dalla regione, quelle infrastrutturali in primis.

venerdì 11 dicembre 2015

Spv, il dossier esplosivo della Corte dei conti: Vernizzi sulla graticola

«I controlli dei ministeri competenti e della Regione Veneto risultano assenti» e appare incerta «la sostenibilità finanziaria dell'opera» il cui costo è cresciuto ormai sino a tre miliardi di euro. «La convenzione con il concessionario» il consorzio Sis-Spv presenta condizioni di notevole convenienza per il privato; genera «l'alea un potenziale debito pubblico occulto sulla Regione dal momento che il rischio di mercato «risulta sbilanciato a sfavore della parte pubblica».

Sono questi alcuni dei passaggi salienti con cui la Corte dei Conti a Roma, ovvero la «Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato» mette sulla graticola la Pedemontana Veneta nonché l'operato del suo commissario straordinario, l'ingegnere rodigino Silvano Vernizzi. Il documento, un vero e proprio dossier esplosivo di 161 pagine, ricche di grafici, analisi economiche e giuridiche è firmato dal responsabile della sezione, Antonio Mezzera, il magistrato che a suon di carte bollate da mesi sta duellando a distanza non solo con Vernizzi ma anche con i funzionari della regione e con molte amministrazioni locali, che su Spv avrebbero tenuto un comportamento ambiguo. Scopo della relazione di Mezzera, questo è il compito che gli assegna il suo ufficio, è quello di fare luce sugli aspetti economico-giuridici per segnalare eventuali anomalie ed incongruità.

La relazione peraltro, che porta la data del 9 dicembre ed è stata resa nota ieri dal consigliere regionale Andrea Zanoni sul suo portale, muove un altro durissimo j'accuse al commissario quando parla del collaudo dell'opera. Collaudo affidato «in contrasto con la normativa comunitaria che impone una procedura ad evidenza pubblica». E altrettanto dura in tal senso è la posizione di Zanoni che spiega «Finalmente verrà fatta chiarezza sui troppi lati oscuri di questo progetto... che fin dal 2011 denunciai alla Commissione europea nella mia veste d'allora, ovvero quella di Eurodeputato». Ora, almeno sul piano mediatico, la querelle Spv si riapre perché la Corte dei conti ha finito per mettere il timbro della ufficialità dello Stato su una serie di rilievi già posti da alcuni media, da comitati e associazioni. Il tutto, con la vertenza Spv che per di più si accinge ad essere vagliata dal Consiglio di Stato nell'ambito delle opposizioni mosse dai ricorrenti, potrebbe avere anche risvolti di natura penale: da mesi si parla, senza riscontri peraltro, di fascicoli aperti in una o più procure del Veneto. Ma le notizie giunte ieri da Roma potrebbero imprimere una svolta decisiva.

mercoledì 25 novembre 2015

Esclusivo: Ambiente, nel Veneto i controlli della Forestale a rischio

Poche ore fa la Polizia Stradale di Verona ha svelato l'ennesimo scandalo rifiuti del Veneto. Tra le ditte coinvolte ce n'è anche una calabrese, ma per gli inquirenti allo stato è prematuro parlare di infiltrazioni mafiose. Certo è che nella regione che fu della serenissima il comparto ambientale, anche in ragione di una imprenditrìa non di rado refrattaria in materia di ecologia, è periodicamente oggetto di scandali e inchieste di rango nazionale. E ad aggravare il tutto ci sono le rivelazioni del sindacato Ugl-Cfs il quale spiega che nel Veneto, i nuclei della polizia ambientale del Corpo forestale dello Stato (i Nipaf) sono letteralmente ridotti al collasso, in alcune sedi provinciali il personale è prossimo alle zero unità. Questo in buona sintesi spiega Fabio Napoli (in foto), segretario veneto del settore che in seno ad Ugl tutela i lavoratori del Corpo forestale dello Stato. «Dire che siamo preoccupati è dire poco» spiega il sindacalista il quale si augura una maggiore presa di coscienza in materia ecologica da parte della opinione pubblica.

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martedì 3 novembre 2015

Regione e comune di Vicenza: i dubbi sul caso Cotorossi

C'è qualcosa di molto molto strano rispetto ai silenzi della giunta comunale di Vicenza rispetto alla vicenda del sequestro di una porzione della lottizzazione all'ex Cotorossi. Se si guarda a quanto dichiarato nel recente passato l'esecutivo sembra prendere le distanze dalle scelte delle amministrazioni di centrodestra che hanno governato dal '99 al 2008 nel frattempo sottointendendo che l'operato degli uffici durante le giunte Variati che si sono succedute dal 2008 ad oggi, non sia in discussione. Il tutto mentre è notorio che unico indagato, al momento, risulta il direttore dell'urbanistica all'epoca della variante bis (era il 2009), ovvero Antonio Bortoli. Come si spiega questa apparente antinomìa. C'è però un altro fattore da considerare. Se al comune di Vicenza sono stati combinati dei pasticci, la Regione  con le sue articolazioni ha vigilato bene? Per esempio i lavori in zona Cotorossi sono iniziati anche in ragione di una autorizzazione concessa dal Genio civile del 2010, che è appunto una emanazione della Regione Veneto. Ora su quell'atto, su altri atti o su una eventuale proroga rispetto a quella autorizzazione, gli uffici regionali hanno vigilato adeguatamente? Perché in tema di urbanstica è proprio alla Regione che spetta la parola finale. Il che vale ancor di più per la vigilanza in materia di polizia idraulica.

venerdì 23 ottobre 2015

I fari di D'Incà sulla partita delle grandi opere nel Veneto

«... L'interrogazione prende forma in quanto numerosi sono gli elementi dubbi che ruotano attorno a questa vicenda. Nel febbraio 2012 viene arrestato l'Amministratore delegato dell'Autostrada Venezia-Padova, Lino Brentan, per collaudato e consolidato sistema di irregolare aggiudicazione dei lavori pubblici e tangenti. Pochi mesi dopo, a dicembre, con una nota del dirigente della direzione Strade Autostrade e Concessioni della Regione Veneto, viene designata la Commissione per la verifica dei requisiti del concessionario. La commissione in capo al soggetto promotore è formata dal presidente Giuseppe Fasiol (braccio destro dell’assessore regionale alle infrastrutture Chisso e implicato con lui nello scandalo Mose), dal componente dottor Giorgio De Lucchi e e dal dott Ruggiero Pinto come componente per ANAS». È questo il passaggio saliente di una lunga nota resa pubblica oggi dal deputato bellunese Federico D'Incà in merito alla vicenda della Nogara Mare. D'Incà però non si limita ad analizzare la singola fattispecie, ma mette in relazione l'intera partita sulle partecipate statali e regionali in tema di grandi commesse con il lavoro ispettivo che sta portando avanti in regione Veneto il gruppo dei Cinque stelle. Ora al di là di come uno la possa pensare politicamente la nota di d'Incà per chiarezza e accuratezza ha il merito di fornire un contributo molto serio alla discussione in corso proprio sulle grandi opere.

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venerdì 25 settembre 2015

Il comitatone e i project financing

Ieri Massimo Follesa sul blog del Covepa ha lanciato l'allarme sulle ombre relative al supercomitato che dovrebbe valutare a breve la congruità dei project financing al vaglio della Regione Veneto. Per Follesa (che in una videointervista pubblicata poco fa analizza anche il tema dei finanziamenti pubblici a tali opere) il governatore veneto Luca Zaia non ha agito con trasparenza. A partire dal fatto che nella commissione siedono soggetti sottoposti a indagine.

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martedì 11 agosto 2015

Follesa e il caso Pianezze

Questa mattina alcuni attivisti del Covepa con in testa Matilde Cortese e Massimo Follesa, hanno organizzato un breve sit-in sotto il comune di Pianezze in provincia di Vicenza. Ad originare la protesta, c'è la delibera approvata dalla giunta locale «in ragione della quale viene de facto pianificata una modifica della destinazione d'uso» di un'area attigua a quella agricola posseduta dai familiari della stessa Cortese. Questa novità, secondo gli attivisti, penalizza fortemente la sopravvivenza della azienda agricola. Proprio affinché la giunta torni sui suoi passi, sempre questa mattina in comune, i supporter del Covepa hanno depositato una diffida, che diverrà una denuncia penale, sostiene Follesa (qui di seguito intervistato a caldo), qualora il comune non tornerà sui suoi passi.

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domenica 2 agosto 2015

Il Galan che è in Zaia

Non che la cosa fosse ignota. Ma alla fine Luca Zaia ha dovuto mostrare la sua vera natura. Quella di erede del sistema di potere messo in piedi da Galan e soci. Basta una scorsa veloce al progetto di legge regionale sulla revisione dei project financing per capire quale sia l'intenzione reale del governatore veneto. «Per la copertura di oneri che sono previsti a carico della Regione - si legge all'articolo 4 comma 5 del disegno di legge 15 del 29 giugno 2015, primo firmatario Zaia - per la realizzazione di singole opere non oggetto di provvedimenti di revoca e che non sono ancora finanziati, la giunta regionale è autorizzata a ricorrere alla concessione di mutui da parte della Cassa Depositi e Prestiti o da parte di altri Istituti di credito e comunque a contrarre ad altre forme di indebitamento consentite dalla legislazione vigente per un importo complessivo non superiore a Euro centocinquanta milioni di euro».

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venerdì 17 luglio 2015

Pedemontana veneta, allarme discarica a Montecchio

(m.m.) Che cosa sta succedendo al cantiere della Pedemontana Veneta situato a ridosso della discarica dismessa di Pontesello nel comune di Montecchio Maggiore nel Vicentino? Se lo chiede il senatore berico del M5S Enrico Cappelletti che ieri poco prima della mezzanotte ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una riflessione piena di preoccupazioni. Riflessione dal sapore di allarme che immediatamente ha scatenato i commenti degli internauti.

«Il cantiere della Pedemontana - sottolinea Cappelletti - scava pochi centimetri di terra» in via Molinetto e si scopre «una autentica discarica, con tanto di tanfo mefitico che ammorba i presenti. Gli attivisti del M5S hanno prontamente avvisato le forze dell'ordine e le autorità» per chiedere tutte le verifiche del caso. «I lavori però - sostiene il senatore - a quanto pare, sono continuati come se niente fosse». Sulla medesima pagina sono stati caricati un video ed una foto grazie ai quali si possono notare i rifiuti emersi dal terreno.

Dalle indiscrezioni che filtrano dall'amministrazione municipale di Montecchio pare che un consigliere comunale d'oppsozione (Sonia Perenzoni dei Cinque Stelle) si sia precipitata presso la dirigenza di Agno Chiampo ambiente, la multiutility intercomunale che ha in carico la gestione post mortem della discarica, per avere delucidazioni sullo stato e sulle caratteristiche del sito, nonché sul tipo di interferenza che il cantiere autostradale avrà sul sito stesso. Non è scluso che la vicenda approdi in consiglio o in Regione Veneto sotto forma di interrogazione. La questione Spv per di più è finita nuovamente sui media nazionali.

Stamani il programma di approfondimento "L'aria d'estate", in onda su La7 ha riacceso i fanali sull'annoso tema dei costi e degli espropri. Il focus sulla Spv ha gettato un'ombra opaca sull'opera anche in ragione dei giudizi tranchant espressi in merito al project financing dal professore Marco Ponti del Politecnico di Milano, uno dei luminari italiani in materia di trasporti, nonché dal senatore Cinque Stelle Andrea Cioffi. Il quale parla di una Spv che inevitabilmente finirà per costare tre miliardi rispetto ai 2,3 di cui si parla ufficialmente.

sabato 11 luglio 2015

Follesa e i project bond di Pedemontana Veneta

(m.m.) Massimo Follesa durante una intervista che ho realizzato questo pomeriggio a Trissino parla della vicenda espropri relativi alla Pedemontana Veneta. Ma soprattutto commenta le indiscrezioni giornalistiche che parlano di obbligazioni che starebbero per essere emesse con la consulenza di Jp Morgan per supportare finanziariamente un progetto che sembra avere poco brio in corpo.

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martedì 23 giugno 2015

Il cantiere eterno

Era il 23 aprile quando per l'ennesima volta sulla stampa veneta si dava conto del pensiero dei vertici di Brescia Padova, rigorosamente senza nomi e cognomi. Gli altolocati riferivano che a causa di una serie adempimenti burocratici, nessuno imputabile alla società capitanata da Flavio Tosi, non si era ancora stati in grado di sistemare un muro che divide le due carreggiate dell'autostrada tra il casello di Vicenza Ovest e quello di Montecchio. Sistemazione incompleta che obbliga ad un pericolosissimo restringimento di carreggiata nelle due direzioni.

I vertici anonimi parlavano di leggi cambiate, di impedimenti procedurali, di nuovi obblighi. Tutto bello, tutto bellissimo, ma senza fornire uno straccio di documentazione. Come mai nessuno ha rinfacciato a Tosi, durante la campagna delle regionali, che la "sua" autostrada non è ancora stata capace di sistemare quel tratto? E come mai nessuno ha chiesto conto alla A4 Holding, capitanata dal leghista Titti Schneck la stessa cosa? E il sindaco di Vicenza Achille Variati, azionista pro-tempore di Brescia Padova sa qualcosa?

Sono passati due mesi dall'articolo taumaturgico e le corsie sono ancora ridotte. Il che crea un pericolo incalcolabile. Che cosa succederebbe se qualcuno diffidasse l'autostrada dal sistemare la rogna e poi la rogna ci fosse? Forse qualcuno ai piani alti pagherebbe, e caro, sia in termini di quattrini che sul piano penale? Ad ogni modo c'è qualcosa di strano dietro il blocco di quel cantiere. Sono finiti i quattrini? È stato rinvenuto qualcosa che non si doveva rinvenire? C'è una emergenza ambientale? Si sta coprendo qualcuno per un progetto sbagliato? Ma è possibile che mezza politca veneta invochi il completamento della Valdastico Sud e la realizzazione della Valdastico Nord, con costi miliardari annessi, e poi non si è in grado di risistemare un muro? Che cosa c'è sotto veramente? E se per sistemare un muro occorrono anni per fare la Pirubi Nord quanti secoli saranno necessari? Per caso bisognerà ungere qualche ingranaggio?

lunedì 22 giugno 2015

Espropri ed Spv, l'ira dei proprietari contro Zaia


(m.m.) Gli espropri a ridosso della Superstrada Pedemontana Veneta (meglio nota come Spv), in via di costruzione, fanno ancora discutere. I diretti interessati sono sul piede di guerra ed indirizzano a Luca Zaia, il governatore rieletto nelle fila della Lega Nord, un j'accuse dietro l'altro: mancanza dei pagamenti previsti dalla legge e lo sconquasso delle attività agricole connesse sono quelli che vanno per la maggiore. Il M5S, col consigliere regionale neoeletto Jacopo Berti, ha preso parte alle proteste. Frattanto da Roma si attende un nuovo verdetto del Tar Lazio che a brevissimo dovrà pronunciarsi proprio sulla regolarità dell'iter che ha portato alla progettazione della arteria che dovrebbe connettere Spresiano nel Trvigiano a Montecchio Maggiore nel Vicentino. Uno stop, ancorché impugnabile al Consiglio di Stato metterebbe a rischio il progetto. Ed è per questo che da alcuni giorni in regione si respira una certa inquietudine. Un video recentemente girato a Pianezze nel Vicentino rende lo stato di tensione che si respira in questi giorni. Tra le altre ha fatto discutere la iniziativa di Massimo Follesa,  portavoce del coordinamento contro la Spv, il quale durante le proteste ha esposto uno striscione con una scritta che non lascia spazio alla immaginazione: «Ladri in azione. Stacchio sparali tutti».

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giovedì 18 giugno 2015

Triplice Intesa: nel cemento le ambiguità di Cgil, Cisl e Uil

Quando la maggioranza che sostiene il premier democratico Matteo Renzi cerca di approvare una norma che avvantaggia questa o quella lobby, impone la sua visione a colpi di fiducia e non si cura minimamente delle lamentele che giungono dalla società civile. Quando una legge allo studio rischia invece di toccare una o più rendite di posizione riferibili a poteri davvero forti, allora le presunte istanze che provengono dal Paese vengono subito ascoltate. In questo senso la vicenda dei concessionari autostradali esentati dal proporre le gare, che con l'ultima riforma allo studio del parlamento crescono di numero, è esemplificativa. Come è esemplificativo l'atteggiamento dei sindacati, nel qual caso Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, hanno immediatamente chiesto al governo di fare marcia indietro. Così, con la scusa di proteggere i posti di lavoro, hanno finito per fare, più o meno scientemente, il gioco, sporco, dei grandi concessionari, autostradali in primis. Tra le altre la mancanza di gare trasparenti è uno dei fattori alla base della corruzione e della penetrazione del crimine organizzato. Ma storie come quelle della Salerno Reggio o del Mose non dicono già più nulla? La famiglia Benetton, il Gruppo Gavio, Banca Intesa e altri ringraziano sentitamente la triplice, ovvero Cgil, Cisl e Uil. Magari in futuro per qualche sindacalista ci scapperà pure una mancetta... O un posticino in qualche consiglio di amministrazione.

giovedì 23 aprile 2015

Zaia e la commissione Via

«La riforma di questa commssione è stata nell’ultimo quinquennio la bestia nera del governatore veneto Luca Zaia. Il movimento ambientalista ha chiesto e richiesto un cambio di passo, considerando le procedure farraginose, discrezionali e opache. Lo stesso vale per l’Europa, visto che dal 2017 la stretta per ridurre incompatibilità e conflitti di interesse inserita nelle direttive europee dovrà essere recepita dalle norme italiane». È questo uno dei passaggi salienti di un servizio che ho scritto per Vvox.it e che è stato pubblicato stamani. Al di là della querelle amministrativa e politica che è in stallo da anni, rimane irrisolto il nodo dei consulenti esterni della commissione Via. Si tratta di una questione cara a centinaia di professionisti poiché una delle accuse che viene indirizzata alla commissione Via della Regione Veneto è quella di essere un club ristretto a pochi soggetti. In realtà la prospettiva andrebbe allargata anche ad altre commissioni come quelle relative a Vas, Vinca. O al Nuvv. Per vero Legambiente aveva già sollevato la questione in altra maniera. Ma l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema è bassa. Purtroppo.

LEGGI L'ITERO SERVIZIO SU VVOX.IT

mercoledì 15 aprile 2015

Spv, piovono sberle dalla Corte dei conti e dall'Anac


La Corte dei conti bacchetta il Ministero dei trasporti e la Regione Veneto perché avrebbero omesso di fornire alcuni importanti chiarimenti sulla Pedemontana veneta. Chiarimenti che erano giá stati chiesti in passato e che i due enti si sarebbero rifiutati di fornire alla magistratura erariale romana che da settimane ha aperto una istruttoria in tal senso.

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mercoledì 8 aprile 2015

Guidotto: con la mafia il Veneto fa come lo struzzo

(m.m.) «Tanto per dirne una la cosiddetta colonizzazione della ‘ndrangheta a Verona risale quanto meno agli ’70-80 quando fu veicolata anche da settori dell’allora Psdi. E poi possiamo fare l’esempio degli ultimi sviluppi della indagine Aemilia che hanno interessato il Vicentino e il Veronese. E ancora vogliamo citare l’affaire Tronchetto a Venezia? E tornando indietro agli anni ’80-90 basti ricordare le minacce ricevute, per opera di due camorristi, in sede di conferenza dei servizi dall’allora sindaco di Rosà Lorenzo Signori. Minacce proferite con una pistola davanti a due carabinieri in divisa. Oppure basterà rammentare la vicenda della discarica Gie a Cassola, o l’affaire Cassiopea. Per non parlare della mafia del Brenta che qualche anima candida continua a chiamare mala. E potrei andare avanti due ore, magari citando le indagini che hanno interessato l’ex amministratore delegato del Vicenza Calcio, Danilo Preto, accusato dalla magistratura siciliana di avere custodito diversi beni del clan Lo Piccolo. E poi c’è il clamore dell’affaire scoppiato in mano a Flavio Tosi». È questo uno dei passaggi chiave di una intervista al professor Enzo Guidotto pubblicata stamani su Vvox.it. Il professor Guidotto, presidente dell'Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso, come al suo solito è un fiume in piena. E soprattutto ha la capacità di contestualizzare da un punto di vista storico i fatti di cronaca, che sono legati da un filo rosso e che troppi considerano come eventi slegati l'uno dall'altro.

Project financing, un buco da 200 miliardi

A causa del project financing quale strumento per realizzare opere pubbliche, nel bilancio dello stato si anniderebbe un buco da 200 miliardi. In pratica un decimo dell'intero debito pubblico del Paese. Lo racconta Il Fatto di oggi a pagina 11. Sempre sullo stesso quotidiano, ma a pagina 13, Stefano Feltri accende i riflettori sui contratti segreti che il Tesoro avrebbe stipulato in materia di derivati. Le opposizioni al governo capitanato dal democratico Matteo Renzi chiedono sia fatta chiarezza, il ministero dell'Economia nicchia.

venerdì 3 aprile 2015

Moretti, Follesa e Vernizzi


(m.m.) È il 7 marzo quando a Castelgomberto nel Vicentino, Alessandra Moretti, candidato del Pd alle prossime regionali, incontra gli abitanti della valle dell'Agno. durante l'incontro Massimo Follesa portavoce del Covepa chiede alla candidata una cosa semplice semplice: come mai il governo del premier democratico Matteo Renzi ha prorogato la nomina del commissario straordinario alla Pedemontana Veneta, quando sarebbe bastato lasciarlo decadere perché l'intero iter dell'opera, a parole contestata dal Pd, tornasse ab ovo? Davanti ad una trentina di persone Moretti spiega che verificherà le affermazioni di Follesa. Sono passate ormai tre settimane. Ma di quella verifica, almeno sui media, non c'è traccia? Forse perché Moretti già sapeva e non ha voluto rispondere ad un quesito imbarazzante?

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domenica 29 marzo 2015

Carlotto, Bizzotto e le ombre sulle commesse venete

Gli scandali legati alle grandi opere, a livello mediatico e non solo, sembra non vogliano dare tregua al Veneto. Sul piano dell'analisi del fenomeno c'è un duro commento pubblicato il 27 marzo sul Venerdì di Repubblica e firmato dallo scrittore padovano Massimo Carlotto. Il Veneto tra le sue ipocrisie e le sue magagne non ne esce bene. Come non ne esce bene dopo le rivelazioni de Il Mattino di Padova circa le pressioni ricevute da don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati costruttori di pace, affinché interrompesse la sua azione di sensibilizzazione contro le grandi opere regionali, Pedemontana Veneta in primis. Una notizia commentata duramente anche dal Covepa, il coordinamento che si batte proprio contro la Spv. In queste ore la Commissione parlamentare antimafia è arrivata nel Veneto. Sarà al corrente delle ultime nuove?

giovedì 26 marzo 2015

Mezzera e Mazzaro

(m.m.) Almeno sul piano mediatico, la querelle tra il Commissario straordinario alla Pedemontana Veneta e la Corte dei conti di roma si arricchisce di un nuovo episodio. È quello scritto da Renzo Mazzaro sulla Nuova Venezia di oggi a pagina 13: un breve approfondimento ma ricco di spunti in cui si snocciolano per bene alcuni rilievi che i magistrati erariali muovono proprio alla Spv. Mazzaro nel descrivere il suo quasi omonimo togato che ha inviato una nuova serie di puntuti rilievi a Vernizzi (si tratta del dottor Antonio Mezzera) fa una annotazione interessante: Mezzera è quel magistrato che già nel 2008 avrebbe tirato fuori la rogna Mose se le sue relazioni non fossero state insabbiate. Mica roba da ridere...

domenica 22 marzo 2015

Tav e Spv, i media nazionali guardano al Veneto

La stampa di oggi, nazionale e regionale, accende nuovamente i fari sull'affaire Incalza, nel quale spiccano ancora in primo piano le vicende venete. A interessarsi delle possibili magagne relative alla Tav è Il Fatto con un ampio servizio a Antonio Massari e Davide vecchi pubblicato a pagina 4. 

L'articolo approfondisce alcuni risvolti relativi alla tratta alta capacità tra Milano e Verona, ponendo in evidenza, tra le altre, una serie di opacità nell'ambito della assegnazione degli incarichi di progettazione. Sempre Il Fatto nella pagina seguente si interessa dello stesso tema ma con un occhio di riguardo a Giulio Burchi, «uno dei principali protagonisti della inchiesta Sistema», condotta dalla procura di Firenze.

Più o meno su un terreno simile si muove Il Corriere della Sera con un approfondimento di Paolo Mondani (anticipato ieri sul portale del giornale), noto inviato di Report, il quale fornisce parecchi spunti di riflessione sui collegamenti tra l'inchiesta Sitema e la Pedemontana Veneta. Nella pagina appresso il quotidiano di via Solferino si sofferma invece sui legami tra Ettore Incalza e il mondo dei servizi segreti. In ultimo il Corriere del Veneto dedica invece una panoramica didascalica in cui si fronteggiano le posizioni pro e contro Pedemontana Veneta.

venerdì 20 marzo 2015

Spv, il bunga bunga sulle norme

Forse l'opinione pubblica veneta non ha ben compreso quanto lontano possa arrivare l'indagine sulla Spv aperta dalla Corte dei conti del Lazio. I magistrati romani hanno de facto messo in discussione l'intera architrave della partita, ovvero la convenzione che regola i rapporti tra gli enti pubblici e i privati. Da oltre un anno chi scrive aveva messo nero su bianco le abnormità del contratto  poi confermate quando l'ex eurodeputato del Pd Andrea Zanoni ottenne gli atti ufficiali. Ma il caso si sopì nel volgere di ventiquattr'ore. Le finanze pubbliche potrebbero rischiare un salasso colossale se la enorme discrezionalità lasciata in capo al soggetto privato che ha proposto l'opera, la Spv, verrà lasciata al suo posto, sia per quanto è stato stabilito nel 2009 sia per la revisione del 2013. Ci sono poi un altro paio di cosucce da dire. Se è vero che la Pedemontana veneta è stata partorita nel ventre del centrodestra, è altrettanto vero che il centrosinistra quando ha avuto in mano la leva per bloccarla si è ben guardato dal farlo. Gli episodi più eclatanti sono la proroga della struttura commissariale alla Spv decisa trasversalmente dalle camere nel 2012 ed un atto analogo approvato dal governo Renzi nel dicembre 2014. Stava fresca Alessandra Moretti, candidato governatore del Pd, quando pochi giorni fa a Castelgomberto ha detto durante un comizio che la Pedemontana «ormai non si può fermare». Di più, quando nel 2013 la delibera regionale dello scandalo, quella che prendeva atto della revisione della convenzione del 2009, fu approvata in fretta e furia, nessun consigliere della opposizione di centrosinistra si prese la briga di andarsela a leggere. Lì avrebbe scoperto che le carte la cui segretezza era stata stigmatizzata (a parole?) proprio dai democratici e dall'Idv veneti, stavano negli uffici del nucleo di valutazione tecnico regionale, il Nuvv. Sarebbe bastato chiederli e sbertucciare l'acerrimo avversario di centrodestra. Che nella sua componente leghista è pericoloso solo quando si parla astrattamente di razzismo: ma mai concretamente quando si affronta la rogna del massacro delle finanze pubbliche. Invece i massimi vertici del Pd tacquero. Forse perché tra i soggetti legati alla progettazione della Pedemontana veneta c'è la Proteco, da anni considerata vicina proprio al Pd? Ci voleva una inchiesta penale della magistratura fiorentina e una della Corte dei conti romana per accendere i fari sulla Spv? Le toghe venete che dicono al riguardo? L'ultima questione, forse la più importante, riguarda i superdirigenti del Nuvv. È possibile che non si siano accorti di ciò che i magistrati erariali romani hanno notato in pochi giorni? Chi chiederà conto a lorsignori? I superdirigenti italiani sono lì per le loro competenze, la loro efficienza e la loro onestà (obblighi teorici per i quali ricevono profumatissimi e più che concreti emolumenti) o perché la loro funzione è, quando va bene, quella di chiedere e far girare carte?

martedì 17 marzo 2015

Ilarità pedemontane


Ci sarebbero molte considerazioni da fare sul coinvolgimento di Stefano Perotti, tra le altre direttore dei lavori della Spv, nel cosiddetto affaire Incalza. Perotti, ribattezzato «l'ingegnere pigliatutto» è al centro di una burrasca di notevoli proporzioni. Repubblica.it fornisce uno spaccato interessante dell'uomo vicinissimo appunto all'indagato principe Ercole Incalza nonché al ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi, pure lui nella bufera. Ma la vicenda, al netto delle questioni importantissime sollevate da una indagine di così vasta portata, ha anche un risvolto comico. Il nome di Perotti come direttore dei lavori della Pedemontana Veneta è negli atti della Regione, e sui cartelli di cantiere sparsi come funghi tra il Vicentino e il Trevigiano, le province unite dalla superstrada in costruzione. Poche ore fa però una manina, al momento anonima, ha fatto scomparire il nome di Perotti proprio dal sito del Commissario governativo guidato da Silvano Vernizzi. La pagina dedicata agli incarichi infatti oggi non include quel nome. È bastata una sbirciatina sui motori di ricerca specializzati nella registrazione della cronologia delle pagine del world wide web però per scoprire che fino a poche ore fa il nome di Perotti in quel sito campeggiava e come. A che cosa è dovuto tale subitaneo cambiamento? Per caso il direttore dei lavori è stato sostituito perché impossibilitato a causa di una vacanza improvvisa? E se sì perché chi di dovere non lo ha annunciato con tanto di dispaccio ufficiale? Come diceva Flaiano in Italia tutto è grave ma nulla è serio.

Marco Milioni

martedì 3 marzo 2015

Vernizzi e la Corte dei conti

(m.m.) Stamani Silvano Vernizzi, il commissario straordinario alla Pedemontana Veneta, ha convocato un vertice della sua struttura a Mestre, con i suoi più stretti collaboratori durante il quale ha fatto il punto della situazione rispetto ai rilievi sui costi della Spv formalizzati dalla Corte dei conti. Quest'ultima teme infatti che le cifre siano lievitate in modo anomalo. Vernizzi contesta la ricostruzione dei giudici erariali e precisa che la documentazione agli atti comprova la correttezza del suo operato ivi inclusa la presupposta esistenza di un conflitto di interessi fra la sua carica di dirigente della Regione Veneto e quella di commissario governativo. Durante il briefing Vernizzi ha spiegato che «oggi come oggi» opere come la Spv non sarebbero possibili senza l'esistenza di un commissario a causa di una normativa troppo farraginosa. Il commissario ad ogni modo replicherà alla magistratura con una serie di controdeduzioni che pur in forma di bozza sono già circolate fra i suoi collaboratori.

lunedì 2 marzo 2015

La sordina sulla mafia nel Veneto

Le notizie di cui parlano i media nazionali e locali locali in relazione alla penetrazione della 'ndrangheta nel Veronese preoccupano. La politica se n'è occupata, non ,olto ma se ne'è occupata, ma occorre più incisività. Ci sono questioni che riguardano le indagini, per le quali sono al lavoro magistrati ed inquirenti. Il caso dell'incendio ad Isola della Scala nel Veronese per esempio ha occupato le colonne de l'Arena con tre servizi: uno del 25 febbraio, uno del 26 febbraio e uno del primo di marzo. Ci sono altresì questioni eminentemente politiche rispetto alle quali si attendono risposte dai protagonisti come nel caso dell'affaire Tosi-Kyterion. Ma se per la provincia scaligera comunque le acque si sono mosse, lo stesso non si può dire per quanto capitato ad Antonino Casale in provincia di Vicenza. Un attivista che anche in passato ha patito diversi atti intimidatori. Va da sè che c'è un filo rosso che lega ambiente e penetrazione della malavita organizzata nel tessuto veneto, non solo economico, ma anche sociale. Da questo punto di vista stride la differenza di enfasi per il caso Stacchio e quanto capitato in queste ore tra Verona e Castelgomberto. Come mai nel caso dell'incendio o in quello delle intimidazioni non sono apparse felpe con scritte cubitali e articoli di stampa fiume? I nomadi rapinatori sono un problema e le mafie no? Non è che per caso prendersela con un nemico più abbordabile e più circoscrivibile nell'immaginario fa comodo a chi non gradisce che si accendano i fari sui temi davvero scottanti? c'è un ultimo elemento da tenere in considerazione. Il fatto che a Casale sia capitato quanto raccontato da Vvox.it il 28 febbraio, poche settimane dopo che lo stesso Casale a margine di un convegno sulle mafie nel Veneto aveva spiegato ai relatori il sunto della sua vicenda personale, fa riflettere. Perché in circostanze come queste le cose non capitano mai, o quasi mai, per caso.

Marco Milioni

Il Veneto occidentale e i pfoa

(m.m.) «Quando ai primi di dicembre del 2014 le autorità hanno confermato quello che i media avevano anticipato da tempo, l'ansia tra i territori del Veneto occidentale è diventata palpabile. La Pedemontana Veneta, l'opera più importante della regione dopo il Mose, quella che connette la provincia di Treviso a quella di Vicenza, deve cambiare tracciato. Il motivo? Il suo passaggio in galleria tra i comuni di Montecchio Maggiore e Trissino nel Vicentino, rischia di peggiorare ancor di più una grave situazione di inquinamento da pfas. Una gruppo di sostanze assai nocivo ma ancora non riconosciuto come tale dalla legge italiana». È questo l'incipit di un lungo servizio che ho scritto per Globalist.it in relazione all'annosa questione dei pfas nel Veneto occidentale. Spero di contribuire alla discussione su un'argomento che l'opinione pubblica non conosce in modo sufficientemente preciso.

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domenica 11 gennaio 2015

Blitz al «tubone» di Cologna Veneta

Gli scarichi del «tubone di Cologna Veneta», il collettore che raccoglie i reflui conciari della Valchiampo, saranno oggetto di una accurata analisi presso un laboratorio indipendente. E se i valori saranno anomali sarà chiesta la chiusura dell'impianto. Lo annunciano Michele Favaron, uno dei referenti veneti del «Gruppo d'intervento giuridico», una onlus nazionale attiva sui temi dell'ambiente e il senatore vicentino Enrico Cappelletti.

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