mercoledì 27 luglio 2016

Spv, la grande abbuffata


(m.m.) Oggi Vvox.it pubblica un mio approfondimento in tema di Spv. Spero che si tratti di un'occasione utile a chi non vuole sciropparsi le idiozie pro Pedemontana in dosi da Mose diffuse durante gli ultimi giorni dalla stampa veneta... a giornali unificati si intende. Sarebbe troppo facile ironizzare, dopo averci scritto un libro e mezzo e una marea di articoli, con argomenti del tipo "l'avevo detto era solo una enorme quanto misera abbuffata". Ma di fronte a colleghi, rappresentanti delle categorie, sindacalisti e politici più o meno spiaggiati, che come unico argomento hanno speso il concetto per cui "va fatta e basta", qualche betoniera di merda e un bagno di umiltà non farebbe male. La prossima mi occuperò invece dei cattedratici a gettone, baroni, baronetti e sottocuochi universitari che hanno benedetto il progetto senza uno straccio di cognizione scientifica degna di questo nome... Sfinteri cordiali...

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Spv, Mangiaterra mangia la polvere


«Ci mancherebbe solo che la Pedemontana finisse nel lungo elenco delle incompiute. Allora sì che sarebbe un disastro, economico e persino ambientale. Questa opera s'ha da fare». Comuncia così un lungo editoriale pubblicato ieri su Corriereveneto.it a firma di Sandro Mangiaterra. E solo da uno con un cognome del genere poteva venire fuori un elzeviro del genere: un mix di luoghi comuni e verità non dette a sostegno di lobby e interessi particolari in salsa così banale da stupire persino chi ben sa che il Corveneto, come il GdV del resto, è sempre stato schierato pro Spv. Mangiaterra però con sano sprezzo del ridicolo chiude il suo commento così: «la Pedemontana è l'asse su cui cominciare a costruire il Veneto del futuro. Per carità, evitiamo che si trasformi in un flop, o peggio in un nuovo scandalo». Non me ne voglia il Mangiaterra ma la Spv è già uno scandalo. E se il Veneto deve cominciare a costruire il suo futuro partendo da un debito occulto quale è la Pedemontana, mister Zaia e i veneti con lui, è meglio che tocchino ferro. Peraltro stiamo parlando di quelle infrastrutture costruite in project financing che secondo Renato Chisso nel 2015 avrebbero reso il Veneto come la Baviera. Chissà se Chisso nel 2015 avrà potuto verificare, dal carcere, la sua previsione.

domenica 24 luglio 2016

Truppa d'asfalto


(m.m.) Un articolo pubblicato ieri da Il Fatto in cui veniva gettata un'ombra sinistra sulla condotta del governatore veneto, il leghista Luca Zaia e sul commissario governativo alla Spv Silvano Vernizzi, ha scatenato un putiferio sui media regionali. Le testate convocate ieri nella sede di Veneto strade, che ospita il Commissariato alla Pedemontana Veneta, hanno dato molto spazio alla replica di Vernizzi. Lasciando per un attimo da parte il tenore di qualche articolo sul quale molto c'è da dire, rimane una questione da chiarire. Come mai se il servizio de Il Fatto prende di mira in primis Zaia, quest'ultimo rimane in silenzio affidando de facto il controcanto ad un funzionario? Per chi vuol soddisfare un po' la sua curiosità potrebbe essere interessante leggere quanto riportato oggi nell'ordine da La Nuova Venezia, da Il Gazzettino, da Il Giornale di Vicenza, nonché da Il Corriere del Veneto. Su Il Fatto di oggi peraltro, sempre sulla stessa vicenda è andato in scena un gustosissimo botta e risposta proprio tra Vernizzi e gli autori del servizio tanto contestato, ovvero Giorgio Meletti e Davide Vecchi. Il commissario ne è uscito a pezzi. Frattanto Alessandra Moretti, che aveva gridato al complotto contro la Spv in un bizzarro asse con la Lega tace. Da ambienti governativi filtra l'indiscrezione che sia dall'estetista...

sabato 23 luglio 2016

Spv, farsa e tragedia


Oggi Il Fatto in pagina 15 a firma Giorgio Meletti e Davide Vecchi pubblica una analisi impietosa sulla vicenda Spv. Al di là degli interessantissimi quanto clamorosamente inediti retroscena bancari, la partita progettuale e finanziaria era tristemente nota, anche se poco nota al grande pubblico. In questa cornice torna utile rammentare che dopo il burrascoso incontro pubblico organizzato dal comune di Cassola nel 2012 in tema di Pedemontana, sul mio blog posi, tra le altre, alcuni dubbi sul fatto che Sis ancora non avesse reso noto o depositato il closing bancario sull'opera... Rispetto a quei dubbi non ottenni mai alcun chiarimento. Sarebbe interessante capire se questa circostanza sarà adesso presa in esame dai dirigenti ministeriali che in queste ore stanno vagliando la pratica. E ancora, pur con limitati mezzi e con le poche carte che ebbimo modo di ottenere avevo provato a estrapolare, a mo' di conto della serva, "l'overall income" potenzialmente generato dai pedaggi di una Spv a regime. In un mio approfondimento-retroscena pubblicato nel gennaio 2014 sempre sul mio blog non andai distantissimo (parlai di 15-18 miliardi), dalle conclusioni tratte da Meletti e Vecchi su Il Fatto. I quali con un impatto ben più devastante del sottoscritto, corroborerebbero il loro assunto citando le stime formulate da due pesi massimi come Cdp e Bei. Fa piacere che una testata nazionale si occupi del caso. Ora vediamo come reagirà la classe dirigente regionale. E vediamo se la magistratura batterà un colpo. Rimane il rimpianto che se su Spv la quasi totale maggioranza della grande stampa italiana e la quasi totalità della stampa regionale avessero tenuto una condotta meno partigiana e meno accomodante verso l'opera forse questa disgrazia la si sarebbe potuta evitare. Per di più proprio nel mio post del 2014 elencavo a quali rischi veniva esposta la Regione. Nonostante tali e tanti avvertimenti e nonostante una Corte dei conti li abbia messi tutti nero su bianco con tanto di pezze d'appoggio una politica ed una alta burocrazia incoscienti e moralmente colpevoli, salvo qualche eccezione, preferiscono la strada della complicità o del silenzio.

Marco Milioni

venerdì 22 luglio 2016

La Pedemontana di Zaia in formato Ladylike


Il Corriere del Veneto, il GdV in questi giorni si sono soffermati ostinatamente nel descrivere come «una impasse» la situazione di stallo che da mesi colpisce Sis, il colosso piemontese delle costruzioni che in regime di iniziativa privata, con tutto ciò che comporta la cosa in termini di rischio di impresa, ha il compito di realizzare la Pedemontana Veneta...

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giovedì 21 luglio 2016

Miteni, i dubbi del ministero anche sulla produzione recente

(m.m.) «A noi non risulta un contaminante rilevante disperso nell'aria atmosferica ma parte dello studio riguarda anche cento lavoratori, cento operatori della Miteni, soprattutto i 73 a diretto contatto con i reparti produttivi. Credo, da una parte, che questi siano soggetti da mettere in protezione immediatamente rispetto al resto della popolazione perché hanno un'esposizione chiaramente massiva e continuata nel tempo; dall'altra, questi soggetti rappresentano casi di studio fondamentali per riuscire a capire quali siano gli eventuali effetti sulla salute». Sono queste le parole usate da Raniero Guerra, Direttore generale della direzione prevenzione sanitaria presso il Ministero della salute, durante l'audizione del 6 luglio davanti la Commissione ecomafie. Oggetto della discussione? Il caso Pfas.

Durante la giornata di ieri infatti i verbali della seduta sono stati messi a disposizione dei membri della commissione. Da quegli atti non si evince solo l'altissimo rischio cui sarebbero state sottoposte le maestranze della trissinese Miteni. Ma dallo stesso Guerra viene anche rimarcato il fatto che esistono forti rischi anche in relazione alla attuale produzione di Pfas oggi in carico: si tratta delle cosiddette sostanze a catena molecolare corta che secondo la società vicentina non pongono problemi. L'alto dirigente ministeriale però è di tutt'altro avviso allorquando parla di uno studio spagnolo il quale ha «dimostrato un accumulo di Pfas a catena corta in fegato, polmoni, ossa, rene e cervello su materiale autoptico derivato da una settantina di cadaveri. Anche in questo caso, quindi, c'è un'evidenza crescente del problema, ma non ancora definitiva e, soprattutto, non dose-collegata. In questo caso, infatti, non ci viene ancora permesso di stabilire un nesso quantitativo e un valore soglia».

Nelle 36 pagine di verbalizzazione poi c'è un altro passaggio importante nel quale lo stesso Guerra parla dei timori sulla qualità dell'acqua potabile nonché sui cibi: «Tutta l'acqua generata e utilizzabile in loco deve essere trattata... Abbiamo con la regione Veneto raccomandato fortemente di limitare l'approvvigionamento idrico da quelle zone: questo è ovvio. Ci preoccupa molto anche la questione relativa alla matrice alimentare. Ci sono delle evidenze sull'inquinamento delle uova di gabbiano fatte alla foce del Po, ma noi non mangiamo uova di gabbiano, per cui stiamo cercando di capire se questo tipo di contaminazione si estenda in maniera massiccia».

mercoledì 20 luglio 2016

Nozze di Cana, Luca Zaia in Moretti: officiante il Vescovi di Pedemontana


Le peggiori porcate, quelle per cui politica, finanza e alta burocrazia, camminano a braccetto, si fanno d'estate. Quando la gente è al mare. Con un mix di pelosa ipocrisia e faccia di bronzo d'ordinanza il governatore Pr del Veneto, il leghista doroteo Luca Zaia, convolando a nozze col suo alter ego in ceretta Alessandra Moretti, capogruppo regionale del Pd, officiati da sua eccellenza reverendissima legato di Confindustria Antonio Vescovi (numero uno dei costruttori vicentini), in un sinuosissimo menage a trois, hanno chiesto a mamma Stato, il tanto vituperato Stato, quello di Roma ladrona, cioè a Cassa depositi e prestiti, di farsi da garante per la emissione di bond, circa 1,6 miliardi di euro, affinché eventuali investitori privati siano pronti ad entrare nella partita Spv che per il privato in realtà ha un interesse quasi nullo...

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domenica 10 luglio 2016

Ambiente e banche: le dure critiche alla procura berica


(m.m.) Oggi Vvox.it pubblica un mio approfondimento relativo alla manifestazione di carattere regionale che si terrà domattina dalle 10.oo alle 12.oo sotto il tribunale di Vicenza. Nonostante i toni degli organizzatori, ovvero del M5S, siano pacati, ormai comincia a trasparire una certa insofferenza per come la procura berica negli anni ha gestito i dossier più scottanti: da Borgo Berga al caso Pfas, dalla Popolare di Vicenza per rimanere al cartellone. Però molto si potrebbe dire anche sul caso Ponte Alto, sull'affaire Cis, sull'affaire Aim-Marghera per andare sempre più a ritroso nel tempo sino alla vicenda Hotel De La Ville e Pomari... E chi più ne ha più ne metta. C'è un fiume carsico di anomalie e di improvvide stranezze che ha caratterizzato gli ultimi vent'anni per quanto riguarda l'amministrazione della giustizia a Vicenza. Il rovescio della Popolare di Vicenza, il duro j'accuse di Adusbef e le rivelazioni dell'ex Gip Cecilia Carreri potrebbero contribuire a fare un po' di chiarezza rispetto ad una situazione ambientale oggettivamente poco felice.

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