venerdì 10 marzo 2017

Convenzione Spv, spettri sul nuovo contratto


«In conformità all'articolo all'articolo 143 del Decreto 163/2006» ovvero il codice dei contratti pubblici, che peraltro è stato modificato, la Regione Veneto e la Sis, concessionario per la Pedemontana Veneta «possono chiedere la revisione del contratto in ragioni di «variazioni apportate... dal concedente... da cause di forza maggiore...». Al verificarsi di tali evenienze sarà possibile rideterminare «il canone di disponibilità...» nonché la ridefinizione degli importi «del contributo in conto costruzione e di altri eventuali contributi pubblici». Sono questi alcuni dei passaggi più delicati della modifica della convenzione per la Pedemontana Veneta che stanno mandando in fibrillazione l'amministrazione regionale. Una modifica che fra mille mal di pancia potrebbe finire al voto dell'aula la settimana prossima.

La bozza, che Taepile.net può mostrare in anteprima, ripercorre più o meno pedissequamente lo schema che la giunta capitanata dal leghista Luca Zaia adottò nel 2013, scatenando diverse polemiche, quando la convenzione venne modificata per la prima volta dopo la prima stipula del 2009. A palazzo Ferro Fini, già si vocifera di voci risentite che parlano di atto nuovamente «abnormemente sbilanciato» verso i privati. Tanto che si parla di carte che sarebbero già pronte per essere spedite alla magistratura erariale e a quella penale. La modifica prevederebbe anche una variazione del progetto con altri 14 kilometri di tracciato.

Ma a destare altre perplessità fra i consiglieri, anche di maggioranza, ci sarebbe anche un'altra fattispecie. Il parere favorevole alla modifica del contratto che regola l'intera partita dei rapporti tra Regione Veneto, il concedente, e la Sis, il concessionario, si è materializzato dopo un altro parere favorevole, quello del nucleo regionale di valutazione, il Nuvv, il quale si sarebbe espresso in questo senso non tanto o non soprattutto in base ad un autonomo ragionamento. Bensì sulla scorta di altri sette pareri redatti nell'ordine dall'avvocatura dello Stato, dall'avvocatura della Regione Veneto, dall'avvocato Velia Leone, dall'avvocato Bruno Barel, dalla professoressa Veronica Vecchi, dall'avvocato Claudio Finanze e dal professore Marco Pasetto.

E sulla accessibilità a questi documenti si sarebbero concentrate le ire di alcuni consiglieri di opposizione, i quali avrebbero accusato la giunta di un comportamento poco trasparente. Soprattutto perché quei pareri protocollati fra il 2 e il 6 marzo necessiterebbero di molti giorni di studio. Cosa che cozza con la necessità di un voto sprint invocato dai fedelissimi di Luca Zaia. Se c'è qualche aspetto che qualcuno desidera lasciare sotto traccia saranno le prossime settimane a dirlo. Rimane il fatto che la partita anche sul piano finanziario rimane delicatissima. Giacché è proprio in ragione delle modifiche alla convenzione che il consiglio regionale è chiamato a votare una variazione del bilancio che dovrebbe prevedere 2-300 milioni di addizionale Irpef intesa proprio per salvare la Pedemontana: tasse aggiuntive sulle spalle del contribuente veneto che hanno fatto finire la giunta sulla graticola di parte dell'opinione pubblica. E sullo sfondo rimane un ennesimo dubbio. che cosa succederebbe se in qualche modo la  giunta avesse già stornato o identificato la posta per sostenere il progetto? Quali sarebbero quindi le vere ragioni dell'assestamento di bilancio?

Marco Milioni

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