lunedì 13 febbraio 2017

Pedemontana Veneta, buio al bivio

Non sono passati che pochi giorni da quel fatidico 19 gennaio quando Il Corriere del Veneto diede in dirittura d'arrivo un accordo tra tutte le parti in gioco per il futuro della Spv. «L'accordo sulla Pedemontana è chiuso» sanciva il quotidiano. In realtà si trattava di indiscrezioni, magari ben circostanziate, ma sempre indiscrezioni erano.

Poi il 25 gennaio sulla scrivania del governatore leghista del Veneto Luca Zaia è giunto un esposto al vetriolo della Sics. Una società di ingegneria che ha realizzato il primo progetto della superstrada e che ha gettato una luce fosca sul passato e sul presente non solo dell'opera: ma pure su Sis, il consorzio che fa riferimento alla famiglia Dogliani incaricato di realizzare la Spresiano-Montecchio Maggiore. Cento kilometri d'asfalto completati sì e no al 20% e con la spada di Damocle di un privato che non riesce a trovare sul mercato i finanziamenti per ultimare i lavori proprio perché i finanziatori reputano l'infrastruttura non ripagabile coi pedaggi. Alle critiche prsenti in quell'esposto (ne ha parlato per primo Vvox.it) che con ogni probabilità potrebbe interessare la magistratura Zaia non ha mai replicato: nessuna notizia nemmeno dalla stampa pur con qualche eccezione. Poi è lo stesso Corveneto mercoledì 8 febbraio a recitare un mezzo de profundis: «La strada doveva essere completata nel 2018. Se ce la fanno è perché lo Spirito santo è entrato in società».

A questo punto, tra le tante, rimane da capire quali strade percorrerà la Regione Veneto per uscire da questa impasse. Sempre che ve ne siano e sempre che siano rispettose della norma. Questi e altri scenari sono al centro di una analisi che oggi firmo per Vvox.it. L'argomento rimane bollente...

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