(m.m.) «Abbiamo appreso anzitutto che Cassa depositi e prestiti, di fatto, ha deciso di sfilarsi dalla partita: ovvero non sarà garante di ultima istanza né soggetto asseverante rispetto al nuovo piano economico-finanziario che il proponente dell'opera, la Sis, avrebbe concordato con il commissario alla Spv Silvano Vernizzi». È questo uno dei passaggi di una breve nota diramata questo pomeriggio nella quale il Covepa celebra il de profundis della Superstrada Pedemontana Veneta.
Si tratta di un convincimento maturato dopo mezzodì quando a Roma la Corte dei conti, nella sezione per il controllo sulle amministrazioni pubbliche, ha tenuto quella che dovrebbe essere l'ultima udienza sul dossier che riguarda la contestatissima superstrada in costruzione tra Montecchio Vicentino e Spresiano nella Marca: 94 kilometri lungo i quali scorre il vetriolo del Covepa, il coordinamento che si batte contro il tracciato e che da anni denuncia opacità ed incongruenze sia sul piano progettuale, che ambientale che amministrativo. «Abbiamo altresì appreso dalla magistratura erariale - si legge nel dispaccio - che l'onere di sostenere eventuali ricavi mancati patiti dal privato è un gravame in capo alla Regione Veneto. Rispetto a questa incombenza abbiamo assistito anche ad un agghiacciante battibecco tra il legale rappresentante di Sis ingegner Claudio Dogliani e il Commissario Vernizzi, che pur incalzato in tal senso dal relatore della sezione della Corte dottor Antonio Mezzera, ha cercato, senza molto successo, di negare un addebito che noi comitati muoviamo da anni».
Nella nota vergata dal portavoce Massimo Follesa si spiega anche che Cassa depositi e prestiti nonché Bei, due soggetti che a vario titolo erano stati interpellati per fornire copertura finanziaria o garanzie varie al progetto si sarebbero tirate indietro (opzione mai presa in considerazione dalla giunta regionale veneta guidata dal leghista Luca Zaia) sulla scorta di analisi economiche preventive per nulla confortanti. Si tratta in gran parte degli stessi timori palesati dal consigliere regionale veneto del Pd Andrea Zanoni ed apparsi pochi istanti fa sul portale dell'agenzia di stampa della Regione Veneto.
Refuso: Montecchio Maggiore, non Montecchio Vicentino.
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