In trent'anni, quanto meno in alcune precise zone del Veneto, i Pfas avrebbero contribuito ad elevare il numero dei decessi, di quarantatré persone ogni dodici mesi. Un totale di 1300 morti in qualche modo «riconducibili a malattie cerebro-vascolari, cardio-vascolari, diabete e tumore del rene, favorite dall'inquinamento» da perfluorati nelle acque di falda e in quelle superficiali. Sono queste lo conclusioni di uno studio presentato ieri a Roma dall'Enea e dall'Isde-Medici per l'ambiente. Uno studio del quale parla nel dettaglio l'Arena in edicola oggi con un servizio a firma di Luca Fiorin. Nel medesimo servizio si sottolinea che a partire dal 2011 per andare poi a ritroso nel tempo gli specialisti hanno indagato «i numeri e le cause dei decessi registrati tra i 144mila cittadini residenti nell'area composta dai ventiquattro comuni del Veronese, Vicentino e del Padovano».
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