«Anche in Italia già nel 2001 presentammo al ministro dell'Ambiente i dati e le informazioni sulla produzione di Pfas e negli anni successivi abbiamo dato il nostro contributo all’Istituto superiore di sanità in occasione di congressi internazionali e nel 2008 abbiamo condiviso la valutazione del rischio. Siamo a disposizione per portare questa nostra conoscenza nelle sedi istituzionali». È questo uno dei passaggi fondamentali di una lunga nota con cui l'amministratore delegato di Miteni Antonio Nardone spiega il suo punto di vista sul caso Pfas e sul coinvolgimento della società da lui rappresentata. Coinvolgimento che il manager respinge al mittente. Ne parla Vicenzapiu.com in un lungo servizio pubblicato ieri mattina.
martedì 31 maggio 2016
venerdì 13 maggio 2016
Mercalli a Isola Vicentina: senza regole la finanza può creare un collasso ecologico planetario
(m.m.) «Piccole città e cambiamenti climatici». È questo il titolo scelto dal comune di Isola Vicentina e dallo Iuav di Venezia per l'incontro pubblico organizzato ieri sera proprio ad Isola al Teatro Marconi. L'evento, che ha registrato una grande affluenza di pubblico, ha visto come ospite principale il climatologo Luca Mercalli. Con lui c'erano anche Francesco Musco, direttore del corso di laurea magistrale in Pianificazione territoriale, urbanistica ed ambientale dell'Università Iuav di Venezia. E Piero Pelizzaro, consulente in materia di rischi climatici, nonché tra i titolari di Climalia, società specializzata nel settore.
L'evento, di cui ha parlato segnatamente Vicenzareport.it, è stato introdotto dal sindaco di Isola Francesco Enrico Gonzo. Il quale, come si legge sulla testata berica, spiega che l'amministrazione isolana abbia portato a compimento «un vero e proprio progetto di mappatura del territorio che consentirà a enti pubblici e privati di affrontare assieme i cambiamenti climatici anche nelle piccole città».
Mercalli dal canto suo, durante una prolusione durata un'oretta, è ritornato sui consueti cavalli di battaglia che lo hanno reso noto al grande pubblico anche per il programma Rai «Scala Mercalli». Tra i gli addebiti posti dal noto climatologo piemontese c'è pure quello della bassissima visibilità data dalla grande stampa ai temi del cambiamento climatico e dalle «gravi conseguenze sul piano sociale» che questi comportano. Allo stesso modo Mercalli ha puntato l'indice contro la grande finanza internazionale. Che per ammissione proprio di quest'ultima, sostiene l'esperto, in mancanza di regole rigorose fatte applicare dalle autorità preposte, sta creando le condizioni per un collasso ambientale che rischia di essere irreversibile. Durante la serata non sono mancati gli interventi da parte del pubblico, tra i quali ci sono anche quelli di coloro che hanno duramente criticato alcune grandi opere che sono in corso di realizzazione o di pianificazione nel Veneto, a partire dalla Pedemontana Veneta.
ASCOLTA L'INTERVENTO DI LUCA MERCALLI SU YOUTUBESCARICA L'INTERVENTO DI LUCA DI MERCALLI IN FORMATO MP3
martedì 10 maggio 2016
Un vademecum per il caso Miteni
Oggi Vvox.it pubblica un lungo approfondimento redatto dal sottoscritto nel quale ho cercato di dare al lettore una disamina il più possibile esaustiva, pur nell'ambito di una trattazione giornalistica, dello scandalo ambientale veneto conosciuto col nome di affaire Pfas-Miteni. In attesa che le istituzioni, magistratura, regione e ministero dell'ambiente in primis facciano le loro prime mosse, c'è da sperare che i veneti, indipendentemente da come la pensino, si approccino al problema in maniera informata.
LEGGI L'APPROFONDIMENTO DI VVOX.IT
LEGGI L'APPROFONDIMENTO IN FORMATO PDF
venerdì 6 maggio 2016
Pfas, boom di decessi In 30 anni: morti in 1.300
In trent'anni, quanto meno in alcune precise zone del Veneto, i Pfas avrebbero contribuito ad elevare il numero dei decessi, di quarantatré persone ogni dodici mesi. Un totale di 1300 morti in qualche modo «riconducibili a malattie cerebro-vascolari, cardio-vascolari, diabete e tumore del rene, favorite dall'inquinamento» da perfluorati nelle acque di falda e in quelle superficiali. Sono queste lo conclusioni di uno studio presentato ieri a Roma dall'Enea e dall'Isde-Medici per l'ambiente. Uno studio del quale parla nel dettaglio l'Arena in edicola oggi con un servizio a firma di Luca Fiorin. Nel medesimo servizio si sottolinea che a partire dal 2011 per andare poi a ritroso nel tempo gli specialisti hanno indagato «i numeri e le cause dei decessi registrati tra i 144mila cittadini residenti nell'area composta dai ventiquattro comuni del Veronese, Vicentino e del Padovano».
LEGGI L'INTERO SERVIZIO DE L'ARENA
mercoledì 4 maggio 2016
I quotidiani e la Miteni
Il Giornale di Vicenza foglio di proprietà della Confindustria berica noto anche come GdV, pubblica oggi a pagina 13 un servizio firmato da Matteo Carollo nel quale si dà conto di uno studio sulla presenza delle sostanze Pfas nei lavoratori della industria chimica Miteni. Secondo tale studio, datato 2002-2007, queste sostanze, al centro di un infuocato dibattito pubblico, pur presenti in quantità esorbitanti nei lavoratori non avrebbero, sino ad ora, causato «nessun malato».
Il quotidiano di via Fermi però non riporta che l'autore della ricerca, il professore Giovanni Costa, è anche medico della Miteni. Allo stesso tempo il servizio non spiega da chi sia stato finanziato lo studio medesimo. Ora senza nulla togliere alla chiara fama del professor Costa, tra i cardini del metodo scientifico c'è la trasparenza nella diffusione delle informazioni e la possibilità di confutare in contraddittorio qualsiasi tipo di assunto.
Con buona pace del GdV l'autore ignora, od omette intenzionalmente (tertium non datur), i rapporti in essere o intercorsi tra l'estensore della ricerca e l'azienda chimica. La stessa leggerezza per vero l'hanno commessa anche i quotidiani veneti del Gruppo l'Espresso. Il che ad ogni buon conto arreca un nocumento grave, in termini di completezza dell'informazione, al lettore: per carità, nulla di irreparabile. Basterà che nel giro d'un quarantott'ore il giornale diretto da Ario Gervasutti pubblichi un secondo servizio in cui, riferendosi a quello firmato da Carollo, espliciti chiaramente ciò che non è stato scritto oggi. Più bello ancora sarebbe che la nuova puntata fosse pubblicata anche sul sito della testata allegando la versione integrale del lavoro del professor Costa. Assai grave invece sarebbe se ciò non avvenisse. I motivi, pure quelli di natura deontologica, sono facilmente comprensibili da chiunque. Anche dal più acerbo dei cronisti. Anche dal più sprovveduto degli addetti stampa...
Marco Milioni
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