sabato 26 novembre 2016

Lingua veneta: magnar, bevar e far de conto


«La lingua veneta non è secondaria rispetto alla lingua italiana. Rappresenta un'eredità della nostra storia ma, come lingua viva e ancora largamente parlata, ha anche funzioni sociali importanti, tra cui l'individuazione più immediata e diretta di luoghi, realtà urbanistiche e paesaggistiche. Anche la toponomastica, dando spazio agli usi linguistici locali, contribuisce quindi a rafforzare il concetto di identità veneta». Così parlò l'assessore alla identità veneta Cristiano Corazzari alla fine di ottobre. E l'uomo, descrivendo l'iter che a breve dovrebbe consentire ai cartelli stradali di fregiarsi della toponomastica bilingue come in Friuli, riesce a dire cose condivisibili pur avendo torto.

LEGGI L'INTERO POST DI MARCO MILIONI

venerdì 11 novembre 2016

Il dilemma di Delrio


C'è anche un vero e proprio dilemma di coscienza tra i dubbi che in questi giorni starebbero attanagliando il ministro dei trasporti, il democratico Graziano Delrio. Ne parlo diffusamente su Vvox.it di oggi in un servizio in cui viene dato spazio anche al professor Stefano Boato e al giornalista Giorgio Meletti. Il primo mette in relazione proprio il bivio cui si trova di fronte Delrio rispetto al tema veneziano delle grandi navi. Meletti dal canto suo fornisce un prezioso spunto di riflessione sulla micidiale partita in corso sulla Pedemontana veneta.

LEGGI L'INTERO SERVIZIO SU VVOX.IT

domenica 6 novembre 2016

Pfas, l'Isde rilancia sulla criticità della situazione del Veneto


«Un centinaio di persone ha stipato nella mattinata di sabato 28 ottobre 2016 l'aula magna della sede dell'Ordine provinciale dei medici di Vicenza, che ha ospitato la prima edizione della giornata medica vicentina dedicata agli interferenti endocrini e ai composti perfluoroalchilici, più noti come Pfas». Sono queste le prime parole di una lunga nota pubblicata ieri dal dottor Vincenzo Cordiano (in foto), responsabile provinciale per Vicenza di Isde-Medici dell'ambiente. Nei fatti il dispaccio diramato ieri dall'Isde costituisce un nuovo capitolo della interminabile querelle cui il mondo ambientalista veneto e nazionale ha dato vita in risposta alle lacune che gli stessi ambientalisti attribuiscono alla Regione Veneto, accusata di avere tenuto nella vicenda Pfas (i Pfas sono i temuti derivati del fluoro), un comportamento inadeguato, al limite dell'omissivo.

Non è un caso infatti che proprio la Regione Veneto il giorno 28 ottobre, la data scelta da Isde per il suo convegno, aveva diramato un comunicato in cui si annunciava uno studio nel quale si minimizzavano gli allarmi lanciati da Isde ed Enea in relazione ad un presunto aumento di determinate patologie nel Veneto centrale. Dopo la mossa della Regione però la polemica è divampata ancora una volta. I motivi sono principalmente due. Da una parte l'amministrazione capitanata dal leghista Luca Zaia, è stata messa nel mirino per non avere reso pubblico lo studio che sostanziava gli assunti contenuti nel comunicato, ripresi ampiamente sulla stampa. Dall'altra l'esecutivo veneto è stato infilzato immediatamente dalla galassia ecologista, ma non solo da quella, per aver tralasciato, almeno in prima battuta, l'incidenza sulla salute dei Pfas, anche per patologie gravi ma non cancerogene.

Frattanto però fra gli addetti ai lavori, ma anche tra le persone maggiormente interessate, sta circolando un approfondimento pubblicato sul bollettino dell'università americana di Harvard, una delle più prestigiose al mondo. L'articolo, che accende i riflettori sulla pervasività dell'inquinamento dei derivati del fluoro negli Usa, mette in correlazione diretta «l'alto livello di composti fluorinati» con cancro e disfunzioni ormonali.

Marco Milioni