Era il 23 aprile quando per l'ennesima volta sulla stampa veneta si dava conto del pensiero dei vertici di Brescia Padova, rigorosamente senza nomi e cognomi. Gli altolocati riferivano che a causa di una serie adempimenti burocratici, nessuno imputabile alla società capitanata da Flavio Tosi, non si era ancora stati in grado di sistemare un muro che divide le due carreggiate dell'autostrada tra il casello di Vicenza Ovest e quello di Montecchio. Sistemazione incompleta che obbliga ad un pericolosissimo restringimento di carreggiata nelle due direzioni.
I vertici anonimi parlavano di leggi cambiate, di impedimenti procedurali, di nuovi obblighi. Tutto bello, tutto bellissimo, ma senza fornire uno straccio di documentazione. Come mai nessuno ha rinfacciato a Tosi, durante la campagna delle regionali, che la "sua" autostrada non è ancora stata capace di sistemare quel tratto? E come mai nessuno ha chiesto conto alla A4 Holding, capitanata dal leghista Titti Schneck la stessa cosa? E il sindaco di Vicenza Achille Variati, azionista pro-tempore di Brescia Padova sa qualcosa?
Sono passati due mesi dall'articolo taumaturgico e le corsie sono ancora ridotte. Il che crea un pericolo incalcolabile. Che cosa succederebbe se qualcuno diffidasse l'autostrada dal sistemare la rogna e poi la rogna ci fosse? Forse qualcuno ai piani alti pagherebbe, e caro, sia in termini di quattrini che sul piano penale? Ad ogni modo c'è qualcosa di strano dietro il blocco di quel cantiere. Sono finiti i quattrini? È stato rinvenuto qualcosa che non si doveva rinvenire? C'è una emergenza ambientale? Si sta coprendo qualcuno per un progetto sbagliato? Ma è possibile che mezza politca veneta invochi il completamento della Valdastico Sud e la realizzazione della Valdastico Nord, con costi miliardari annessi, e poi non si è in grado di risistemare un muro? Che cosa c'è sotto veramente? E se per sistemare un muro occorrono anni per fare la Pirubi Nord quanti secoli saranno necessari? Per caso bisognerà ungere qualche ingranaggio?