Non per dire, ma la notizia pubblicata oggi da diversi media regionali non è cosa di poco conto. Si tratta del rinvio a giudizio deciso dalla magistratura veneziana di ben sedici persone nell'ambito dell'inchiesta nota come Montebello bis. Ora al di là delle gravi violazioni ambientali che stanno alla base dell'accusa rimane un dato oggettivo. Ad indagare è la Dda di Venezia, ovvero la procura antimafia. Sul Corveneto di oggi si legge: «Tra gli indagati anche l’ex presidente del cda di Chiampo, Piergiorgio Rigon, e il direttore tecnico dello stesso stabilimento, Stefano Paccanaro, che sono stati condannati, lo scorso giugno, ad un anno e mezzo di reclusione nell’ambito dell’inchiesta della procura di Vicenza, nella quale erano indagate 65 persone, per favori fatti a concerie alle quali era stato concesso di smaltire i fanghi, in deroga ai limiti fissati dalla legge, allacciandosi alla rete fognaria. Il depuratore di Chiampo era già stato al centro di varie vicende per irregolarità». A Vicenza e nel Veneto nessuno s'interroga? I conciatori? Confindustria? I politici? Intanto per rimanere nell'ambito dell'Ovest Vicentino nuovi spettri si affacciano sulla questione della SpV. In una interrogazione del consigliere regionale veneto Pietrangelo Pettenò si avanzano dubbi sulla possibile interferenza fra il tracciato della Pedemontana Veneta e le presenze inquinanti derivanti da Pfoa. Dubbi che peraltro vengono ribaditi in una interrogazione parlamentare del M5S di cui è primo firmatario il senatore Enrico Cappelletti.
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