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venerdì 8 settembre 2017

Pedemontana veneta, atti negati a un consigliere regionale: uffici e Sis nel mirino


La Regione Veneto ha negato l'accesso agli atti relativo al fascicolo sulla Superstrada pedemontana veneta ad Andrea Zanoni, consigliere d'opposizione del Pd. A riferirlo è lo stesso Zanoni in un lungo dispaccio  pubblicato oggi sul portale di Arv, l'agenzia di stampa di palazzo Ferro Fini. La notizia sta mandando in fibrillazione la politica veneta perché il diniego di accesso agli atti è motivato dagli uffici in ragione del fatto che Sis, il concessionario incaricato di realizzare l'opera, potrebbe essere danneggiato dalla divulgazione di quelle carte nell'ambito del perfezionamento della procedura di emissione proprio da parte di Sis di quel miliardo e passa di bond necessari per finanziare il progetto oggi al palo.

Detto in soldoni la Regione ha deciso di negare la visione di una nota del segretario generale della programmazione Ilaria Bramezza proprio perché «la sua ostensione» potrebbe danneggiare la procedura con cui Sis sta chiedendo il maxi prestito con cui spera di ottenere i fondi utili a concludere la Superstrada Spresiano Montecchio. Di piú, la stessa Sis si sarebbe opposta all'accesso. Almeno questo è il parere dell'avvocato Laura Salvatore, funzionaria dell'unità regionale di progetto, la quale scrive in nome e per conto del direttore Elisabetta Pellegrini.

Zanoni però non ci sta. Contesta il diniego della nota firmata Bramezza (al protocollo 208050 del 26 maggio 2017) e ravvisando possibili reati si dice pronto a informare i suoi avvocati per decidere il da farsi. Ma c'è di più. Lo stesso Zanoni il 26 maggio con una circostanziata interrogazione aveva chiesto lumi alla giunta in merito ad un esposto indirizzato alla Regione da una società di ingegneria, la Sics, la quale aveva redatto il primo progetto sulla Spv. In quell'esposto si lanciavano accuse durissime alla Sis che hanno contribuito ad alimentare il dibattito attorno alla Spresiano Montecchio. E in questo frangente la replica della giunta è arrivata con la risposta 340990 del 7 agosto 2017, nella quale alla grossa si sottolinea che la Sis interpellata in merito ha risposto con una missiva al protocollo regionale numero 119917 in data 24 marzo 2017 nella quale il concessionario sostiene la correttezza del suo operato. E si riserva di adire le vie legali contro chi eventualmente ne abbia offuscato il buon nome. La questione di base però è che la giunta al momento non ha reso pubblica la nota della Sis per cui non è possibile valutarla nel merito.

2 commenti:

  1. Diventa quindi lampante che : chi non vuole TRASPARENZA si autodenuncia come operatore di reato, in quanto : Chi non a niente da NASCONDERE di solito è pulito. E' quindi altrettanto evidente che Zaia e la sua Banda di firmaprogetti di Grandi Opere inutili, hanno molto da nascondere ? Mi pare matematico, o sbaglio ?

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  2. Dal Mose alla pedemontana passando per i PFAS ...Un popolo di struzzi !!!

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