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sabato 11 febbraio 2017

Guai mantovani per il re trevigiano delle cartiere


Una ex cartiera del gruppo Burgo è finita al centro di una querelle giudiziaria dagli esiti imprevedibili. Il caso, che presenta anche una nuance veneta, come racconta Il Fatto di oggi, è deflagrato a Mantova. Ed ha avuto origine in ragione di un dettagliato esposto alla procura locale da parte dell'ex consigliere comunale locale Sergio Ciliegi.

La vicenda principalmente ruota attorno al piano di rilancio della ex cartiera propugnato dal nuovo acquirente. Si tratta del gruppo trevigiano Pro-Gest il quale a sua volta fa riferimento al re del cartone della Marca Bruno Zago (in foto). Quest'ultimo è uno dei grandi soci di Veneto Banca e fa parte del club degli azionisti di primo livello che tentarono, invano, di mettere un piede nella cabina di controllo dell'istituto di Montebelluna in vista di un rilancio. Opzione poi naufragata con l'acquisto della banca da parte del Fondo Atlante.

A Mantova frattanto il livello della protesta sale. Il progetto propugnato da Zago, si legge sempre su Il Fatto, «è vincolato alla riattivazione di un inceneritore di rifiuti industriali dove si potranno bruciare anche quelli delle altre 22 cartiere del gruppo» ed è vincolato pure «all’avvio ex novo di una centrale a turbogas». Nell'esposto si fa riferimento, in particolare, «all'Autorizzazione integrata ambientale, Aia, trasferita da Burgo alla società Cartiere Villa Lagarina del gruppo trevigiano, senza passare dalla Valutazione di impatto ambientale».

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