(m.m.) «Tanto per dirne una la cosiddetta colonizzazione della ‘ndrangheta a Verona risale quanto meno agli ’70-80 quando fu veicolata anche da settori dell’allora Psdi. E poi possiamo fare l’esempio degli ultimi sviluppi della indagine Aemilia che hanno interessato il Vicentino e il Veronese. E ancora vogliamo citare l’affaire Tronchetto a Venezia? E tornando indietro agli anni ’80-90 basti ricordare le minacce ricevute, per opera di due camorristi, in sede di conferenza dei servizi dall’allora sindaco di Rosà Lorenzo Signori. Minacce proferite con una pistola davanti a due carabinieri in divisa. Oppure basterà rammentare la vicenda della discarica Gie a Cassola, o l’affaire Cassiopea. Per non parlare della mafia del Brenta che qualche anima candida continua a chiamare mala. E potrei andare avanti due ore, magari citando le indagini che hanno interessato l’ex amministratore delegato del Vicenza Calcio, Danilo Preto, accusato dalla magistratura siciliana di avere custodito diversi beni del clan Lo Piccolo. E poi c’è il clamore dell’affaire scoppiato in mano a Flavio Tosi». È questo uno dei passaggi chiave di una intervista al professor Enzo Guidotto pubblicata stamani su Vvox.it. Il professor Guidotto, presidente dell'Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso, come al suo solito è un fiume in piena. E soprattutto ha la capacità di contestualizzare da un punto di vista storico i fatti di cronaca, che sono legati da un filo rosso e che troppi considerano come eventi slegati l'uno dall'altro.
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