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martedì 15 marzo 2016

Caso Anas-Vittadello, il M5S: stop alle imprese sotto indagine

«Già nell'ottobre ottobre 2015, a seguito del blitz della guardia di finanza e delle numerose ordinanze di custodia cautelare emesse nell'ambito dell'operazione Dama nera, avevamo chiesto, con i miei colleghi del Veneto, al presidente del consiglio Matteo Renzi e ai ministri Delrio e Alfano di avviare iniziative volte all'immediata sospensione degli appalti dell'Anas in carico alle aziende sottoposte a indagini» dichiara il deputato Emanuele Cozzolino del M5S in una nota diramata ieri.

«Ora che le accuse sono confermate e sono scattati gli arresti - puntualizza il deputato -rinnoviamo a gran voce la nostra richiesta». Tra gli arrestati, spiegano ancora i Cinque Stelle, figura Sergio Vittadello della Intercantieri Vittadello Spa di Limena, la quale ha già realizzato numerose opere; ed è aggiudicataria di altre, in fase di realizzazione «come il nuovo Centro congressi di Padova - precisa il deputato e compagno di partito padovano Marco Brugnerotto - ma moltissime sono le società controllate della galassia Vittadello». L'azienda di Limena, questo è il ragionamento dei Cinque stelle, farebbe parte, con una quota ben precisa, della compagine azionaria del Consorzio Venezia Nuova, il pool di imprese che sta costruendo il Mose. Ma esistono collegamenti anche con società protagoniste degli scandali relativi allo smaltimento dei rifiuti, ultimo quello materializzatosi nell'ambito dello scandalo conosciuto come Mafia capitale.

E non ultimo va anche segnalato un collegamento con l'affare Lagarina Hydro srl, società che intende realizzare nel Rodigino l'impianto idroelettrico nelle acque del fiume Adige, opera contestata da sindaci, associazioni e comitati per l'invasività e i danni che provocherà all'ambiente. Tutti questi intrecci, rimarca il M5S, in una con le condotte votate alla corruzione, non possono non costituire un dubbio sulla reale utilità pubblica di alcune delle opere realizzate e in fase di realizzazione. Gli illustri arresti dimostrano infatti che a fianco di un dichiarato interesse pubblico sta sempre un sempre crescente interesse personale. «In una situazione del genere riteniamo sia meglio fermarsi un attimo, procedendo con tutte le verifiche del caso, prima di posare anche un solo metro cubo di cemento. Verifica che chiediamo a gran voce anche al governatore veneto Luca Zaia» sottolinea il consigliere regionale veneto del M5S Manuel Brusco.

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