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martedì 28 marzo 2017

Pfas, uno sciopero e una richiesta di danni da mezzo milione di euro sul capo della Miteni


Mentre una delegazione dei lavoratori della Miteni, oggi in sciopero, è partita in pullman alle 12,30 alla volta di Venezia per discutere con la giunta regionale della grave situazione che interessa lo stabilimento vicentino, sul tavolo della stessa giunta nonché della società arriva una richiesta di danni per mezzo milione di euro. Richiesta, inoltrata dalla associazione ecologista «La Terra dei Pfas» da mettersi in correlazione con il maxi caso di inquinamento da derivati del fluoro, i Pfas appunto, che dal 2013 ha pesantemente investito l’industria della Valle Agno nonché tutto il Veneto centrale...

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mercoledì 15 marzo 2017

Monitoraggio Pfas a Trissino, Guarda: Caro Zaia era ora


(m.m.) «Finalmente sui Pfas la Regione avvia i monitoraggi riguardanti le industrie, azione richiesta dal Ministero dell’ambiente e ribadita come necessaria anche dal Consiglio regionale, con l’approvazione di una mia mozione presentata ancora nel giugno dello scorso anno». Usa queste parole il consigliere regionale Cristina Guarda (Amp, nel riquadro) in una nota diffusa questo pomeriggio nella quale si precisa ancora come fosse chiaro di come bisognasse «procedere con le verifiche, scarico per scarico: il tutto in una logica di controllo ma anche di aiuto delle aziende nell’individuare i prodotti inquinanti e trattare al meglio le acque di falda. Ogni tanto - ribadisce Guarda -  i consigli servono e anche al governatore leghista Luca Zaia; il quale pare cominci a prendere consapevolezza».

Poi un altro paio di considerazioni: «Mi domando in ogni caso il perché di tanta lentezza nell'intervenire con i controllo sulle industrie e, invece, la tanta fretta nel mettere in difficoltà il settore agricolo con misure drastiche e limiti categorici, come quello dei 30 giorni per mettere in sicurezza la fornitura di acqua. Mi auguro ci sia un cambio di atteggiamento della Giunta, anche a seguito delle proteste degli agricoltori che, come ha annunciato giustamente Coldiretti, si rifiutano di pagare il monitoraggio dei pozzi sulle loro proprietà».

In ultimo il consigliere fa alcune considerazioni più generali: «Agli agricoltori vanno invece garantite le risorse per le analisi e gli adeguamenti. Un carico economico di migliaia di euro che non può pesare sulle spalle di una categoria già penalizzata dal mercato. Va evitato il divario della diversità di trattamento rispetto alle industrie e va dunque assicurato anche agli agricoltori il pieno sostegno nel mettere in sicurezza i pozzi e l'acqua superficiale. Le disparità non sono più accettabili».

martedì 14 marzo 2017

Miteni, la Regione affida ad Arpav nuovi monitoraggi accurati


«Si chiede ad Arpav di elaborare, in accordo con il Comune di Trissino, una dettagliata mappatura delle presenze di inquinamento nel sottosuolo avviando e realizzando un'indagine di massimo dettaglio sullo stato della contaminazione delle matrici ambientali coinvolte... che interessino sia le aree esterne all'impianto sia quelle interne e quelle coperte». È questo uno dei passaggi salienti di una delibera pubblicata oggi sul bollettino ufficiale della Regione Veneto.

Si tratta di una delibera della giunta capitanata dal presidente leghista Luca Zaia. Il documento prende in esame la grave situazione di inquinamento da Pfas che la stessa Arpav addebita alla Miteni, una importante industria chimica situata appunto a Trissino nell'ovest Vicentino. Ma c'è un altro passaggio di rilievo: «Inoltre, sulla base delle risultanze, Arpav, potrà compiutamente assistere Provincia e Comune di Trissino nell'ambito della procedura di riesame dell'Aia della ditta Miteni e delle operazioni di caratterizzazione e bonifica in corso».

La questione non è di poco conto perché la Miteni (in foto), appunto al centro del cosiddetto affaire Pfas, un caso di contaminazione da derivati del fluoro che sta interessando tutto il veneto centrale, in queste settimane sta nuovamente sottoponendo a procedura amministrativa una serie di autorizzazioni ambinetali relativamente ad alcuni suoi processi produttivi. Il tutto capita in un frangente cruciale anche perché la vicenda sta avendo diversi risvolti penali: ultimo dei quali una perquisizione dei Carabinieri del Noe proprio alla Miteni.

Marco Milioni

sabato 11 marzo 2017

L'ora X della Pedemontana Veneta: le carte esplosive del consulente di Zaia


Se non arriverà un aiuto per il concessionario della Pedemontana veneta ovvero la Sis c'è il rischio che quest'ultimo precipiti in una situazione di insolvenza. È questa, alla grossa, la conclusione alla quale giunge il professore Bruno Barel, uno dei tanti avvocati entrati nello team che assiste la giunta regionale del Veneto nella delicatissima partita del reperimento dei fondi per il completamento della Pedemontana...

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venerdì 10 marzo 2017

Convenzione Spv, spettri sul nuovo contratto


«In conformità all'articolo all'articolo 143 del Decreto 163/2006» ovvero il codice dei contratti pubblici, che peraltro è stato modificato, la Regione Veneto e la Sis, concessionario per la Pedemontana Veneta «possono chiedere la revisione del contratto in ragioni di «variazioni apportate... dal concedente... da cause di forza maggiore...». Al verificarsi di tali evenienze sarà possibile rideterminare «il canone di disponibilità...» nonché la ridefinizione degli importi «del contributo in conto costruzione e di altri eventuali contributi pubblici». Sono questi alcuni dei passaggi più delicati della modifica della convenzione per la Pedemontana Veneta che stanno mandando in fibrillazione l'amministrazione regionale. Una modifica che fra mille mal di pancia potrebbe finire al voto dell'aula la settimana prossima.

La bozza, che Taepile.net può mostrare in anteprima, ripercorre più o meno pedissequamente lo schema che la giunta capitanata dal leghista Luca Zaia adottò nel 2013, scatenando diverse polemiche, quando la convenzione venne modificata per la prima volta dopo la prima stipula del 2009. A palazzo Ferro Fini, già si vocifera di voci risentite che parlano di atto nuovamente «abnormemente sbilanciato» verso i privati. Tanto che si parla di carte che sarebbero già pronte per essere spedite alla magistratura erariale e a quella penale. La modifica prevederebbe anche una variazione del progetto con altri 14 kilometri di tracciato.

Ma a destare altre perplessità fra i consiglieri, anche di maggioranza, ci sarebbe anche un'altra fattispecie. Il parere favorevole alla modifica del contratto che regola l'intera partita dei rapporti tra Regione Veneto, il concedente, e la Sis, il concessionario, si è materializzato dopo un altro parere favorevole, quello del nucleo regionale di valutazione, il Nuvv, il quale si sarebbe espresso in questo senso non tanto o non soprattutto in base ad un autonomo ragionamento. Bensì sulla scorta di altri sette pareri redatti nell'ordine dall'avvocatura dello Stato, dall'avvocatura della Regione Veneto, dall'avvocato Velia Leone, dall'avvocato Bruno Barel, dalla professoressa Veronica Vecchi, dall'avvocato Claudio Finanze e dal professore Marco Pasetto.

E sulla accessibilità a questi documenti si sarebbero concentrate le ire di alcuni consiglieri di opposizione, i quali avrebbero accusato la giunta di un comportamento poco trasparente. Soprattutto perché quei pareri protocollati fra il 2 e il 6 marzo necessiterebbero di molti giorni di studio. Cosa che cozza con la necessità di un voto sprint invocato dai fedelissimi di Luca Zaia. Se c'è qualche aspetto che qualcuno desidera lasciare sotto traccia saranno le prossime settimane a dirlo. Rimane il fatto che la partita anche sul piano finanziario rimane delicatissima. Giacché è proprio in ragione delle modifiche alla convenzione che il consiglio regionale è chiamato a votare una variazione del bilancio che dovrebbe prevedere 2-300 milioni di addizionale Irpef intesa proprio per salvare la Pedemontana: tasse aggiuntive sulle spalle del contribuente veneto che hanno fatto finire la giunta sulla graticola di parte dell'opinione pubblica. E sullo sfondo rimane un ennesimo dubbio. che cosa succederebbe se in qualche modo la  giunta avesse già stornato o identificato la posta per sostenere il progetto? Quali sarebbero quindi le vere ragioni dell'assestamento di bilancio?

Marco Milioni

mercoledì 8 marzo 2017

Un esorcista per il giornalista


(m.m.) Ti domandi come mai l'affaire Spv sia giunto sin dov'è giunto trasformandosi da un delirio di onnipotenza in un delirio di ominidemenza, cui manca solo l'epilogo delle manette per qualche protagonista più o meno occulto? Una delle risposte la troverai in quello che l'informazione ha detto, anzi non ha detto. Un esempio plastico è il servizio firmato da tale Carlo Alberto Inghilleri ieri su Reteveneta; il quale ha aperto il suo pezzo con la notizia secondo la quale, udite udite, «la Pedemontana si sblocca». Ora non si capisce bene a quali fonti si sia abbeverato l'assetato collega, né quale film sulla Spresiano-Montecchio abbia visto in questi anni. La cosa comica è che non è nemmeno riuscito a spiegare bene il punto di vista del governatore veneto, il leghista Luca Zaia, che poi è l'unico presente in quel cotillon formato "Settimana Incom" al radicchio cucinato da Inghilleri nella pignatta maleodorante della disinformatia veneta. Più che di un esposto all'ordine professionale per Inghilleri c'è bisogno di un esorcista. Il quale lo liberi dal demone che lo fa credere un giornalista.

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Miteni, sopralluogo in corso da parte dell'Arma


(m.m.) Da questa mattina è in corso un sopralluogo o forse una perquisizione da parte dei carabinieri del Noe, pare affiancati dalla Guardia di Finanza, nello stabilimento della Miteni di Trissino. Si tratta della grande industria chimica dell'ovest Vicentino al centro di un maxi caso di inquinamento noto come "affaire Pfas", sul quale pende una inchiesta della procura della repubblica di Vicenza per presunti reati ambientali e per illeciti legati alla salute pubblica. Dalle prime indiscrezioni pare che i militari stiano acquisendo documentazione cartacea e elettronica ritenuta importante ai fini d'indagine. Da settimane i vertici della società ribadiscono di avere dato mandato all'azienda di fornire la massima collaborazione alla autorità giudiziaria.

Pedemontanamente sfondati

(m.m.) «Quanto alle cifre totali, il presidente ha sottolineato che, rispetto ai 18,8 miliardi che la Regione avrebbe dovuto garantire nei 39 anni di concessione, adesso ne dovrà garantire complessivamente 12,1...». Basterebbe questo breve passaggio tratto dal Corriere Veneto di ieri per coprire di ridicolo, giornalisti in primis, l'intera compagnia di giro della Spv. Per anni ce l'han menata che il privato avrebbe fatto meglio del pubblico. Poi è stata la volta del closing finanziario, i soldi delle banche che tutti i banchieri del mondo promettevano e che nessuno prestava. Poi sono arrivati i detrattori di Giorgio Meletti de Il Fatto, reo di avere previsto (in una col sottoscritto) che la Pedemontana poteva creare uno squasso per i conti regionali nell'ordine di una ventina di miliardi di euro: ipotesi oggi puntualmente confermata come se nulla fosse dal governatore Luca Zaia in persona. Poi è toccato al consigliere regionale leghista Silvia Rizzotto attaccare i dubbi e i macigni che la Corte dei conti aveva distillato accusandola di avere reperito le informazioni «su Wikipedia». Poi è stata la volta della rivisitazione del project financing con le speranze di ladylike Alessandra Moretti, lo sparring partner del Pd nell'aia leghista... Ieri in aula è arrivata la resa con tanto di ammissione. Il concessionario, la Sis della famiglia Dogliani, non ce la fa a concludere un'opera ambientalmente dannosa ma acclamata a gran voce dagli industriali (i quali però oltre ad invocarla non cacciano un quattrino per averla per vero).

Così, il governatore leghista Luca Zaia ha deciso... pagherà Pantalone veneto. Almeno 200 milioni da addizionale Irpef, una mancia ponte per far ripartire i cantieri, prima che il suo elettorato, fatto di imprenditorotti più o meno male in arnese tiri politicamente giù dalle spese il presidente della giunta regionale, reo di non aver mantenuto le promesse ereditate da sua lesa maestà Silvano Vernizzi, l'ex ultracommissario alla Spv. L'opera che doveva sfolgorare come un formidabile ensemble di ottoni e tamburi si è rivelata un'orchestrina di tromboni sfiatati. Ora che però l'aria nello sfintere finanziario del procedimento è finita, è rimasta solo la puzza: peti silenziosi che pagheremo cari.

L'avevo detto, l'avevo scritto dappertutto, pure su un paio di libri. Non ero stato il solo. Non è il caso che qualche responsabile paghi o la legge per lorsignori è un optional non compreso nel prezzo in quella station wagon da puttan-tour che è diventata la politica regionale? Frattanto sul piano della legittimità una prospettiva di questo tipo genera dubbi su dubbi...