Pagine

martedì 23 giugno 2015

Il cantiere eterno

Era il 23 aprile quando per l'ennesima volta sulla stampa veneta si dava conto del pensiero dei vertici di Brescia Padova, rigorosamente senza nomi e cognomi. Gli altolocati riferivano che a causa di una serie adempimenti burocratici, nessuno imputabile alla società capitanata da Flavio Tosi, non si era ancora stati in grado di sistemare un muro che divide le due carreggiate dell'autostrada tra il casello di Vicenza Ovest e quello di Montecchio. Sistemazione incompleta che obbliga ad un pericolosissimo restringimento di carreggiata nelle due direzioni.

I vertici anonimi parlavano di leggi cambiate, di impedimenti procedurali, di nuovi obblighi. Tutto bello, tutto bellissimo, ma senza fornire uno straccio di documentazione. Come mai nessuno ha rinfacciato a Tosi, durante la campagna delle regionali, che la "sua" autostrada non è ancora stata capace di sistemare quel tratto? E come mai nessuno ha chiesto conto alla A4 Holding, capitanata dal leghista Titti Schneck la stessa cosa? E il sindaco di Vicenza Achille Variati, azionista pro-tempore di Brescia Padova sa qualcosa?

Sono passati due mesi dall'articolo taumaturgico e le corsie sono ancora ridotte. Il che crea un pericolo incalcolabile. Che cosa succederebbe se qualcuno diffidasse l'autostrada dal sistemare la rogna e poi la rogna ci fosse? Forse qualcuno ai piani alti pagherebbe, e caro, sia in termini di quattrini che sul piano penale? Ad ogni modo c'è qualcosa di strano dietro il blocco di quel cantiere. Sono finiti i quattrini? È stato rinvenuto qualcosa che non si doveva rinvenire? C'è una emergenza ambientale? Si sta coprendo qualcuno per un progetto sbagliato? Ma è possibile che mezza politca veneta invochi il completamento della Valdastico Sud e la realizzazione della Valdastico Nord, con costi miliardari annessi, e poi non si è in grado di risistemare un muro? Che cosa c'è sotto veramente? E se per sistemare un muro occorrono anni per fare la Pirubi Nord quanti secoli saranno necessari? Per caso bisognerà ungere qualche ingranaggio?

lunedì 22 giugno 2015

Espropri ed Spv, l'ira dei proprietari contro Zaia


(m.m.) Gli espropri a ridosso della Superstrada Pedemontana Veneta (meglio nota come Spv), in via di costruzione, fanno ancora discutere. I diretti interessati sono sul piede di guerra ed indirizzano a Luca Zaia, il governatore rieletto nelle fila della Lega Nord, un j'accuse dietro l'altro: mancanza dei pagamenti previsti dalla legge e lo sconquasso delle attività agricole connesse sono quelli che vanno per la maggiore. Il M5S, col consigliere regionale neoeletto Jacopo Berti, ha preso parte alle proteste. Frattanto da Roma si attende un nuovo verdetto del Tar Lazio che a brevissimo dovrà pronunciarsi proprio sulla regolarità dell'iter che ha portato alla progettazione della arteria che dovrebbe connettere Spresiano nel Trvigiano a Montecchio Maggiore nel Vicentino. Uno stop, ancorché impugnabile al Consiglio di Stato metterebbe a rischio il progetto. Ed è per questo che da alcuni giorni in regione si respira una certa inquietudine. Un video recentemente girato a Pianezze nel Vicentino rende lo stato di tensione che si respira in questi giorni. Tra le altre ha fatto discutere la iniziativa di Massimo Follesa,  portavoce del coordinamento contro la Spv, il quale durante le proteste ha esposto uno striscione con una scritta che non lascia spazio alla immaginazione: «Ladri in azione. Stacchio sparali tutti».

GUARDA IL VIDEO GIRATO DA MARCO MILIONI

giovedì 18 giugno 2015

Triplice Intesa: nel cemento le ambiguità di Cgil, Cisl e Uil

Quando la maggioranza che sostiene il premier democratico Matteo Renzi cerca di approvare una norma che avvantaggia questa o quella lobby, impone la sua visione a colpi di fiducia e non si cura minimamente delle lamentele che giungono dalla società civile. Quando una legge allo studio rischia invece di toccare una o più rendite di posizione riferibili a poteri davvero forti, allora le presunte istanze che provengono dal Paese vengono subito ascoltate. In questo senso la vicenda dei concessionari autostradali esentati dal proporre le gare, che con l'ultima riforma allo studio del parlamento crescono di numero, è esemplificativa. Come è esemplificativo l'atteggiamento dei sindacati, nel qual caso Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, hanno immediatamente chiesto al governo di fare marcia indietro. Così, con la scusa di proteggere i posti di lavoro, hanno finito per fare, più o meno scientemente, il gioco, sporco, dei grandi concessionari, autostradali in primis. Tra le altre la mancanza di gare trasparenti è uno dei fattori alla base della corruzione e della penetrazione del crimine organizzato. Ma storie come quelle della Salerno Reggio o del Mose non dicono già più nulla? La famiglia Benetton, il Gruppo Gavio, Banca Intesa e altri ringraziano sentitamente la triplice, ovvero Cgil, Cisl e Uil. Magari in futuro per qualche sindacalista ci scapperà pure una mancetta... O un posticino in qualche consiglio di amministrazione.